Il Senso di Simona per la Bellezza

Intervista con Simona Gavioli, mantovana, critico d’arte e curatore indipendente.

Simona Gavioli si occupa di arti visive contemporanee con uno sguardo attento alla sinergia tra diverse discipline. Critico d’arte e curatore indipendente, si è perfezionata, dopo la laurea in Fenomenologia delle Arti Contemporanee, all’Universidad del Pais Basco UPV/EHU e successivamente a Biarritz, in Francia, sviluppando ricerche sull’arte basca al confine tra due stati.

Collaboratrice per riviste come Arte Navale, Segno Arte Contemporanea, MyWhere, Kairòs, I.Quality, Dispensa, HoonestCooking, Karpòs e Senza Filtro, porta avanti una ricerca che si muove tra differenti linguaggi, pittura, fotografia, video, scultura e installazione. Il suo nome è legato a molte iniziative: fondatrice e presidente dell’Associazione Culturale SpazioBlue, direttore artistico e curatore del Premio Internazionale di Pittura Zingarelli-Rocca delle Macìe dal 2010 al 2016, ha co-fondato la rivista on-line MyWhere e della manifestazione Setup Contemporary Art Fair, che rivolge l'attenzione alla scena contemporanea Under 35. 

Nel 2015 crea l’associazione culturale Caravan SetUp di Bologna, che poi apre un suo spinoff a Mantova e si occupa del festival Without Frontiers, Lunetta a Colori. Membro del comitato scientifico del Museo Marca di Catanzaro e delle residenze della Fondazione Rocco Guglielmo e membro del Comitato Scientifico della fiera Drawing Room di Madrid.

Attualmente Direttore Artistico di BOOMing Contemporary Art Show, Bologna. Negli ultimi anni ha collaborato alla realizzazione di importanti mostre al Marca di Catanzaro e a Casa del Mantegna a Mantova.

La tua “nuova" giornata ora che sei a casa. Raccontaci come passi il tempo.

La mia nuova giornata inizia alle 11. In questo periodo di quarantena fatico molto ad addormentarmi e spesso rimango alzata fino alle 5 del mattino, quindi mi prendo il lusso di rimanere nel letto fino a tardi. In realtà la mia giornata lavorativa è sempre molto intensa e piena di appuntamenti, con la differenza che prima prendevo almeno 8/10 treni a settimana, mentre ora faccio tutto con le Call.

Ho dedicato questo periodo di chiusura totale della cultura per leggere, studiare, approfondire e scrivere. Sto progettando molto, anche se non do una data certa ai progetti curatoriali. 

Che sensazioni hai dal mondo dell’arte e degli artisti. Come pensi potrà influire questa terribile vicenda nelle loro opere? E nel mercato stesso dell’arte, nella vita delle gallerie, delle fiere.

Il mondo dell’arte, seppur fermo fisicamente, in questo periodo è molto mobile. Noi curatori stiamo cercando di ripensare a una fruizione possibile dei nostri eventi, così come i galleristi. Gli artisti, a parte qualche bellissima iniziativa legata alla solidarietà hanno a disposizione un momento importante sul quale riflettere e dal quale attingere per ributtare fuori le loro opere. Il mondo dell’arte non si ferma, il nostro lavoro è sempre stato quello di ricercare la bellezza. In questo periodo dobbiamo lavorare sul senso di bellezza, del quale abbiamo bisogno tutti. Domani di più.

Il mercato dell’arte ora è stato gettato in un burrone. Ma l’arte è necessaria e quindi, dopo aver smesso di lamentarci perché nessuno di noi ha diritto al bonus salta Italia, ci rimboccheremo le maniche come sempre abbiamo fatto e ricominceremo più energici di prima.

Si sente dire e si legge spesso “tutto non sarà più come prima”; d’altra parte una situazione di fermo totale come adesso non è sostenibile ancora a lungo dal paese, dall’economia, dalle persone, che idea ti stai facendo? Come la vedi la prospettiva, secondo te quando ne usciremo?

Eraclito scriveva: “Tutto scorre, nulla sarà mai come prima” quindi certo che nulla sarà mai come prima, perché noi non viviamo nel passato e dobbiamo andare avanti con modalità diverse e dobbiamo cambiare. Dovremmo cambiare le modalità di fruizione delle opere d’arte, i nostro modo di stare insieme alle fiere o durante le inaugurazioni o semplicemente nei nostri uffici. Ma il cambiamento non è una cosa negativa, dovremo mutare la nostra pelle adattandoci a nuove regole, ma questo non ci impedirà di andare avanti con i nostri obiettivi.

Quando ne usciremo? Questo non lo so, nonostante io consulti una sfera magica ogni notte prima di dormire, l’unica cosa che mi dice è: Ne uscirai presto e più forte (e anche più colta).

Immagino tu abbia dei progetti nel cassetto. Quali hai dovuto rinviare, quali hai a cuore, ce ne vuoi parlare?

Solitamente nel periodo compreso tra fine gennaio e luglio lavoro per il Festival di riqualificazione urbana con l’arte contemporanea, Without Frontiers, Lunetta a Colori (Mantova, terza settimana di Giugno). Quest’anno stavamo lavorando alla sua quinta edizione con un livello di artisti internazionali molto importante e inoltre, attraverso un bando vinto con le collaborazioni del Comune di Mantova e Ravenna stavamo mettendo in piedi una scuola di Alta Formazione sull’Arte Urbana che, chiaramente, è stata rimandata a data da destinarsi.

È stato rimandato anche il progetto “Piccola Biblioteca Ideale” che avevamo a fine marzo, sempre nel territorio mantovano e poi davvero tantissime collaborazioni. Stiamo cercando di slittare tutto, ma chiaramente non è facile, visto che non abbiamo certezze di quando e come, ci libereranno.

Cosa ne pensi della proposta di Vittorio Sgarbi di riaprire mostre e musei filtrando accessi con la regola della distanza?

Io penso che si debba cominciare a riaprire, non solo per la questione economica che tra poco sarà insostenibile, ma anche perché abbiamo bisogno di rifugiarci nella bellezza. Ora più che mai.

Un consiglio ai nostri lettori per passare il tempo a casa.

Il miglior consiglio che possa dare ai lettori è quello di continuare a leggere. Sembra banale ma è importante, in un momento così difficile, immergersi in un buon libro (ognuno decida quale è buono in base ai propri gusti). È fondamentale farci trovare pronti a ripartire con la conoscenza. 

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